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Intervista a Luca Solone: “Maratone di Venezia ed Amsterdam, che emozione. Voglio il podio ai CDS con la Biotekna”

By Maggio 2, 2020 No Comments

Daniele Morbio ha intervistato il Capitano della Biotekna Marcon, Luca Solone. L’atleta venziano – anche fiduciario tecnico provinciale della FIDAL VENEZIA – ha parlato dei suoi inizi, delle gare in pista, delle sue due maratone di Venezia ed Amsterdam, di Biotekna e di ripresa dell’attività in tempo di coronavirus. Luca vanta un personale da 9’04″33 nei 3000 siepi. Nella maratona di Venezia del 2018 ha corso in 2h34’31” in una gara fortemente condizionata dal maltempo. Ad Amsterdam, nel 2019, ha chiuso in 2h25’47”.

Ciao Luca, come stai passando questo periodo di quarantena?

“Ciao Daniele, sto bene grazie. Questo periodo di quarantena sinceramente lo sto vivendo tutto sommato bene. Sono tornato ad “avere del tempo libero” ed essere il bambino di una volta, passo molto tempo in mezzo ai campi e la natura, una delle mie passioni. Seguo gli animali e taglio legna. Fortunatamente abito in campagna e ho terreni di mia proprietà, questo mi ha permesso di non annoiarmi e di mantenermi un po’ in attività. Ritengo di essere fortunato rispetto a molti altri.”

Quando hai iniziato a fare atletica e con che specialità sei partito?

“Ho iniziato per gioco da bambino (7-8 anni) con i centri di avviamento allo sport. Da lì ho spaziato in tutte le discipline fino alla categoria cadetti divertendomi un sacco, poi da allievo è cominciata la mia carriera da mezzofondista, seguendo un po’ le orme di papà Claudio, anche se lui era di un altro pianeta rispetto a me. Ancor oggi però ogni tanto mi diverto e mi esibisco in qualche gara extra mezzofondo.”

Ti sei messo in mostra con risultati interessanti nei 1500 (3’52 nel 2010), quale gara ricordi con più gioia tra tutte queste?

“Si, diciamo che con il passare degli anni mi sono sempre migliorato, non ho mai raggiunto grossi traguardi ma mi sono sempre preso piccole soddisfazioni personali. La pista non è mai stata il mio forte, preferisco la corsa su strada e soprattutto le campestri. Amo il vero cross, quello dove si corre in mezzo al fango e dove rischi di perdere le scarpe (accaduto più volte). Ecco qui ho avuto le mie soddisfazioni più grandi e qui mi sono divertito sempre un sacco.”

Dai 1500 ai 3000 siepi, con tanto di minimo per i Campionati Italiani Assoluti. Quanto sei soddisfatto del tuo percorso tra le siepi? Hai rimpianti o comunque c’è una gara in particolare che rifaresti?

“Da giovane, quando avevo più tempo per allenarmi mi sono focalizzato su distanze dagli 800 ai 3000, poi negli ultimi anni per mancanza di tempo e per tutta una serie di altri fattori ho fatto molta poca pista e quindi ho deciso di fare solamente qualche gara di siepi, soprattutto per la mia società. Se devo essere sincero non sono del tutto soddisfatto della mia carriera in pista in quanto penso di non aver mai dimostrato il mio vero valore. Uno dei miei rimpianti è sicuramente quello di non essere sceso sotto il muro dei 9’00 nei 3000 siepi.”

Dalla pista alla strada: hai preso parte a due maratone, Venezia nel 2018 ed Amsterdam nel 2019. Quanto è stato difficile variare gli allenamenti e perché hai scelto di passare alle maratone?

“Negli ultimi anni mi son dedicato molto poco alla pista, ho fatto il minimo indispensabile per la mia società, per il resto ho focalizzato la preparazione sulla strada. Diciamo che la maratona è sempre stata uno dei miei desideri e posso dire finalmente di averlo esaudito. Per un atleta come me, che viene dalla pista e ha corso a certi ritmi e livelli, preparare la maratona significa riuscire a fare prima di tutto molti km settimanali. Sono riuscito a farli, ma con molta fatica visti i miei innumerevoli impegni e il poco tempo a disposizione.”

Venezia, la prima maratona: sei stato il primo europeo al traguardo. Che ricordi hai di quella gara e che emozioni hai vissuto, prima, durante e dopo la gara?

“VeniceMarathon 2018, la mia prima maratona non la dimenticherò mai! In primis perché è stata appunto la prima e poi sappiamo tutti com’è andata a finire… acqua, vento e una sofferenza indescrivibile. Vedevo Venezia all’orizzonte, ma invece di avvicinarsi quando sono entrato sul ponte della libertà la bellissima Venezia si allontanava. Ho pensato più volte di ritirarmi, ma allo stesso tempo ho rivissuto tutti quei momenti di fatica e tutti quei sacrifici che ho fatto per prepararla e ciò mi ha dato la forza di arrivare fino in fondo. Bello anche l’arrivo con l’acqua alta in un momento in cui non ero più in grado di intendere e di volere. Emozioni grandissime anche perché avevo gente che mi incitava lungo tutto il percorso. Ho sempre desiderato di rompere il ghiaccio con la maratona di casa e così è stato.”

Ad Amsterdam hai corso in 2h25’47”, sei soddisfatto di quel risultato? Che emozioni ti porti dalla gara olandese?

“Amsterdam è stata la mia seconda maratona, non dimenticherò mai neppure questa. Anche qui moltissima gente in gara e lungo il percorso. Non finirò mai di ringraziare i due mei amici Massimo Moratti e Gabriele Fantasia che mi hanno accudito fino all’ultimo minuto prima della partenza e mi hanno stimolato, ove possibile lungo gran parte del percorso. Sono soddisfatto per il tempo finale, frutto di moltissimi sacrifici e di lunghi allenamenti fatti spesso a fine giornata, dopo aver lavorato e allenato i miei atleti, proprio nel momento in cui desidereresti invece una buona cena e un bel divano. Ringrazio inoltre anche gli altri miei amici Diego Avon, Mattia Picello, Marco Pavan e i miei atleti che mi hanno aiutato nel periodo pre maratona.”

Sei il capitano della Biotekna ed uno degli atleti più rappresentativi della società. Cosa significa per te la Biotekna e rappresentarne i colori in gare internazionali come le maratone che hai corso, ma non solo?

“La Biotekna Marcon è stata la mia seconda società dopo l’Atletica Audace Noale dove sono cresciuto e dove rivesto ancora il ruolo di direttore tecnico e allenatore. Biotekna è ormai da anni una società di livello Nazionale, il nostro obiettivo è quello di raggiungere il podio nella Finale Oro dei CDS Assoluti. Spero di poter contribuire a raggiungere questo risultato che rincorriamo ormai da anni. Per quanto mi riguarda ho sempre cercato di onorare i colori della mia società e penso di averlo ben fatto anche nelle mie ultime competizioni.”

Sei dirigente nella FIDAL Venezia. Quando sarà possibile una ripartenza di allenamenti e gare, a tuo avviso? Quanto cambierà la gestione delle manifestazioni in questa emergenza?

“Si, da ormai 4 anni rivesto il ruolo di fiduciario tecnico provinciale della FIDAL Venezia. La situazione attuale ha scombussolato tutto il mondo dello sport e non solo. Penso che questa stagione sia ormai in parte compromessa, riprenderemo in maniera graduale, in attesa di nuove disposizioni del governo. Se ci daranno la possibilità, sicuramente cominceremo con qualche gara a livello provinciale in vista di eventuali manifestazioni più importanti di fine stagione. Per quanto riguarda l’eventuale gestione delle manifestazioni, cercheremo di organizzarle al meglio attenendoci però a quanto ci verrà richiesto.”

Che idea ti sei fatto di questa stucchevole caccia all’untore tra i runner?

“Mi rendo conto che questa situazione è stata difficile per tutti. Purtroppo molta gente ha reso l’immagine del runner come un untore del virus. Noi runner siamo consapevoli di quanto allenamento serve per raggiungere certi picchi di forma e bloccare la nostra attività non è stato facile. Condivido le norme che sono entrate in vigore, non condivido l’ignoranza di molte persone che si sono accanite contro di noi. Ringrazio comunque tutto il mondo runner che ha saputo adeguarsi di fronte a questa inaspettata emergenza.”

Concludendo…

“Devo dire grazie all’ATLETICA, alla regina degli sport. Mi ha aiutato a crescere, insegnato moltissimi valori della vita e mi ha regalato una delle cose più belle, l’amicizia! E’ proprio per questo che ormai da anni oltre ad essere un atleta, sto trasmettendo l’amore di questo sport ai miei atleti. E come dico sempre a loro …costanza, impegno e sacrificio sono tre pedine fondamentali per raggiungere piccoli o grandi risultati. Il lavoro prima o poi paga sempre….e insegna prima di tutto a migliorare sé stessi.”

Si ringrazia per l’intervista  e le foto Daniele Morbio .