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24 ORE CESANO BOSCONE – 20-21.10.2018

By Novembre 21, 2018 Aprile 9th, 2019 40 Comments

Cos’è e come funziona una 24 ore su circuito l’ho già spiegato l’anno scorso. Perché Alberto ed io siamo tornati a cimentarci in questa particolare disciplina dopo mesi di montagna e con solo 40 giorni di pianura e asfalto… non lo sappiamo!

Poche le novità, quest’anno la gara è stata spostata in autunno rispetto la precedente edizione svoltasi in primavera. Sempre in aumento il numero dei partecipanti, ben 125 al via e diverse le rappresentative straniere. Alla prima edizione del 2013 gli iscritti non superavano le 40 unità.

Exploit in casa Biotekna che si presenta al via con ben 4 atleti, ad accompagnarci Marco Bucciol con la sua esperienza maturata nell’aver concluso per ben due volte la “Nove Colli Run” e Roberto Genovese alla sua prima vera prova di endurance dopo la Montefortiana dello scorso gennaio.

Siamo partiti con mille incognite, Roberto alla scoperta di una nuova esperienza, Marco reduce da una settimana di tosse, pure Alberto con fastidi alle vie respiratorie, io con piccoli fastidi qua e là… dopo una certa età i dolori non passano, si spostano!

Ore 11:00, colpo di pistola e via… Alberto e Marco partiti a ritmo alto, in ballo c’è anche il campionato italiano IUTA di 50 miglia (circa 80km). Di fatto nelle prime ore di gara erano nelle prime 5 posizioni.

Roberto andava al suo passo per prendere confidenza con la noia, io invece dietro a tutti, partito molto piano per scaldare bene il motore e cercare di fare il verso all’andatura dei veterani della specialità che l’anno scorso avevano fatto ottimi risultati… però, vanno piano!

Il primo quarto di gara passa veloce, assieme a noi sono partiti pure i concorrenti della 6 ore che con il loro passo più veloce facevano da lepri a noi della 24 ore. Giornata soleggiata, temperatura ottima, anche con l’arrivo del buio si stava bene tenendosi in movimento. Qualcuno comincia a camminare, troppo presto, almeno fino ai 100km sarebbe bene correre anche per non raffreddare il motore.

Con l’arrivo della notte in pista c’è meno gente, le chiacchere del giorno lasciano spazio al silenzio, ormai ci si è raccontati tutto o quasi, anche i propri ricordi sono stati sfogliati più volte. È arrivato il momento di auto-trascendere (“Self Transcendence” il nome della gara) superare i limiti dell’esperienza sensibile, della realtà tangibile, quindi elevarsi, salire. Non si tratta di un gesto atletico, è più un esercizio mentale nel cercare di anestetizzare la noia, i dolori e i fastidi, la stanchezza e il sonno, inibire quella irritante e ridondante domanda “ma perché devo girare in torno?”… e semplicemente correre. Non è facile spiegare come funziona, sto facendo pratica, è per questo che consiglio di provare se incuriositi!

Arriva l’alba, mancano poche ore, tutti o quasi in pista, qualcuno si è ritirato, si corre ancora ma il ritmo è basso per tutti, si fanno comunque chilometri ma non più distacchi importanti. Io e Alberto ci ritroviamo a correre assieme, diametralmente opposte le strategie per le prime 18 ore che ci hanno portato fino a qua con soli 2 giri di differenza a suo favore, più aggressiva la sua con pause più lunghe nel corso della notte, regolare e costante la mia con soli 15 minuti di sonno. In ogni caso la battaglia in casa Biotekna ormai è finita, cominciamo a fare delle proiezioni, entro le 10:00 dovremmo coprire le 4 maratone, che era l’obiettivo alla partenza, per poi magari tirare i remi in barca l’ultima ora. Nel frattempo solo per il gusto di farlo, ci dedichiamo come spesso capita all’intrattenimento, rompendo le scatole a chiunque, organizzatori compresi, ci siamo pure concessi un balletto con il pupazzo gonfiabile che ci salutava ad ogni giro. Nel frattempo Marco, che nel corso della notte si è dovuto arrendere alla tosse che gli impediva una buona respirazione e faceva percepire la gradevole temperatura come gelida, si è messo a nostra disposizione, prima offrendoci la colazione: brioches e birra recuperata al supermarket, poi supportandoci nell’area transizione con poche ma efficaci indicazioni… “Dai su, quello davanti in classifica va piano ed è a soli 2 km!” Sfumata così l’ipotesi di rallentare, ma sapevamo che sarebbe finita come l’anno scorso, a tutta fino alla fine. Giusto onorare la gara fino all’ultimo secondo!

Bilancio della trasferta in terra lombarda:

Alberto ed io rispettivamente primo e secondo di categoria M40, in classifica assoluta 11° e 12°.

Alberto vicecampione italiano nel campionato IUTA 2018 di 50 miglia.

Roberto si è portato a casa 122km, non male per il debutto!

Marco 110km, fatti in poco più di metà gara.

Commento di Roberto Genovese:

Ore 3:30 di notte, salto giù dalla branda dopo un breve sonno ed esco. Fuori è buio, fa freddo, poca gente sul circuito, ma inaspettatamente trovo l’energia per altri 30 km corsi senza fatica. La testa ti fa fare cose che non avresti mai pensato di poter fare. Poi un altro riposino!

Vi saluto con una citazione del fondatore dello “Sri Chinmoy Marathon Team”, divenuto uno dei principali organizzatori di ultramaratone a livello mondiale:

”Se puoi osare fronteggiare l’impossibile, significa che hai già conquistato metà della tua vittoria”

Sri Chinmoy

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DAVIDE CONARDI

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